martedì 11 agosto 2009

Fantasia e realtà.

Tempo fa ebbi occasione di presentare una mia idea di prodotto "cross mediale" a una grande casa di produzione. Cercai di giocarmela bene: raccolsi dati di mercato, lavorai ad una buona presentazione, cercai di essere brillante. Si creò una certa alchimia. Feci una prima riunione (tecnicamente, il pitch), poi una successiva, poi un'altra. Alla fine fu chiaro che il prodotto non incontrava le esigenze del potenziale acquirente e lasciammo perdere.

Ritenevo che l'idea fosse buona, ma certo per come la presentai aveva tutte le caratteristiche per essere scartata: era presentata da un perfetto sconosciuto (più o meno), senza esperienza professionale nel campo dell'intrattenimento e soprattutto prometteva di costare parecchio.

Ci lavorai e la trasformai in un'idea di impresa. Insomma, nel prodotto chiave per l'avvio di una start up. Richiedeva ancora un finanziamento abbastanza importante, ma l'avevo "ristrutturata" per cominciare a generare ricavi abbastanza in fretta. Doveva raggiungere il pareggio in un paio di anni e poi cominciare a guadagnare bene, almeno stando alle previsioni contenute nel business plan che avevo con tanta cura stilato.

L'idea prevedeva un misto di fiction e di gioco multiplayer, ma aveva un "cuore" decisamente web. Così bussai a qualche porta e, sebbene all'inizio ricevetti delle reazioni incoraggianti, alla fine non ottenni udienza da chi teneva i cordoni della borsa.

I primi file relativi a quest'idea sono del 2007. Nel frattempo ho cambiato lavoro (mi occupo sempre di web, come faccio da più di dieci anni, ma ora sto decisamente nel campo dell'intrattenimento). Ritengo che l'idea sia ancora buona. Anzi, immodestamente, ritengo che sia buonissima. Nel suo piccolo, rivoluzionaria. E sto ancora dandomi da fare perché veda la luce - i ritorni economici mi interessano fino a un certo punto, più che altro miro alla gloria e al divertimento.
Volete sapere di che idea si tratta? Al tempo.
Intanto vorrei condividere con voi qualche lezione che ho imparato.
  • Chi finanzia idee di impresa "compra" le persone che le propongono, non l'idea in sè. E' più facile infatti che abbia un buon successo commerciale un'idea mediocre ottimamente realizzata che non il contrario. Se volete proporre un'idea creativa, preoccupatevi di mettere insieme e di vendere con l'idea un team di persone che hanno già raccolto dei successi nell'ambiente. Meglio ancora se hanno già lavorato insieme. Gli americani dicono The devil is in the execution.
  • La presentazione che mostrerete al potenziale finanziatore deve supportarvi durante il pitch, non deve essere la trascrizione di quello che state dicendo. Restate sul visuale. Anche se l'idea è generica (per esempio un format) declinatela in qualcosa di concreto e fate degli esempi. Usate disegni, foto e grafici. Comunicare è trasferire emozioni. Prima conquistate i loro occhi, poi la loro testa (sul loro portafogli purtroppo non ho ancora consigli da dispensare).
  • Scrivete un business plan solido e che rispetti i sacri crismi. E' pieno di buona letteratura là fuori sull'argomento. Il punto chiave è che alla fine, che l'idea vada in porto o no, avrete imparato moltissimo su che cos'è un conto economico (il che è sempre utile), su come funziona un'impresa e su quanto il confine tra il successo e l'insuccesso commerciale di un'idea creativa sia estremamente sottile. In futuro saprete giudicarle con più competenza.
  • Proponete qualcosa che vi appassioni davvero. Questo non perchè il vostro entusiasmo sia particolarmente contagioso o dimostri chissacchè. Ma perchè dovrete occuparvene per molto tempo prima che abbia qualche possibilità di successo, quindi è meglio che il viaggio sia interessante, perchè la destinazione è quanto mai incerta.

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